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Secondo Orale Interdisciplinare per la classe 4^ del LIQ!

Mercoledì 2 dicembre si è svolto il secondo orale Interdisciplinare per la classe 4^ del LIQ: una prova molto importante non solo dal punto di vista formativo, si tratta anche di una vera e propria preparazione per l’Esame di Stato che gli studenti dovranno affrontare a giugno.

La multidisciplinarità è una delle caratteristiche principali del metodo didattico del nostro Liceo Internazionale Quadriennale e consiste nell’affrontare un tema da più punti di vista, tanti quante sono le discipline connesse.  

Il tema di questa prova era “Il Romanticismo”, analizzato e affrontato attraverso le seguenti materie: Letteratura Italiana e Straniera, Storia, Filosofia e Storia dell’Arte.

I ragazzi, partendo da una domanda generale, hanno saputo presentare con grandi capacità comunicative e concettuali l’argomento in questione, passando da una materia all’altra, dimostrando dunque grande padronanza del tema.

A questo proposito, vogliamo condividere con voi quelli che, secondo i docenti, sono risultati essere i percorsi più originali:

  • Marcello Lattanzi, della classe 4LS, ha iniziato con l’analisi di una citazione sul "L'infinito" di Blake per l’Inglese, per poi passare a "L'infinito" di Leopardi per italiano, il "Viandante sul mare di nebbia" e "Le bianche scogliere di Rügen" di Friedrich per storia dell'arte per terminare con “Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me” di Kant per filosofia;
  • Lavinia Canepa, classe 4LL, partendo dall’analisi del componimento “J’ai vecu” di Lamartine per francese, si e poi collegata a "Ultimo canto di Saffo" di Leopardi per italiano, "Frankenstein" di Mary Shelley per inglese, un confronto tra Gericault e Delacroix per storia dell'arte e "La critica del giudizio" di Kant per filosofia;
  • Giulia Doka, classe 4LL, ha cominciato con un’analisi del componimento “I wandered lonely as a cloud” di Wordsworth per inglese, per poi passare a "Demain des l'aube" di Hugo per francese, "A Silvia" e "La ginestra" di Leopardi per italiano, ha compiuto poi una panoramica su Turner per storia dell'arte, per terminare con “Il sublime” in Kant per filosofia;
  • Virginia Bertolani, classe 4LL, ha iniziato con l'analisi di una citazione tratta da “Don Juan Tenorio” di Moral per spagnolo, collegandosi successivamente con “La salvezza dell'anima” secondo Kant, "L'incubo" di Fussli e "Il sonno della ragione" di Goya per storia dell'arte, "La ginestra" di Leopardi e "Il sugo della Storia dei Promessi sposi" di Manzoni per italiano, terminando con una panoramica su Jane Austen e Byron per inglese;
  • Kessy Lin, classe 4LL, partendo dall'analisi della seguente citazione “Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me” di Kant, si è collegata successivamente a "L'infinito" e "Alla luna"  di Leopardi per italiano, "La zattera della Medusa" di Gericault per storia dell'arte, una panoramica su Jane Austen e Coleridge per inglese e ha concluso con "La canciòn del pirata" di Espronceda per spagnolo.

Quest’ultima ha particolarmente colpito i docenti, che hanno deciso di riportare integralmente l'orale della studentessa, la quale ha compiuto una prova esemplare:

La legge morale dentro di me di cui parla Kant alla fine della "Critica della ragion pratica" riporta a "La zattera della Medusa" di Géricault. L'artista considera un fatto di cronaca: il naufragio della nave da guerra Méduse e i suoi naufraghi che sopravvivono cibandosi dei corpi dei compagni morti. Géricault sceglie di rappresentare il momento della salvezza: i naufraghi che si accalcano verso il secondo piano mentre all'orizzonte si intravede, piccolissima, la nave Argus. Ma, a ben guardare, è proprio nella scelta di questo preciso istante che si capisce che non c'è salvezza per il destino dell'uomo, perché se la natura umana preserva la vita il prezzo da pagare è la morte o l’orrore. L'armonia e la razionalità neoclassiche scompaiono e il modello michelangiolesco è usato non tanto come celebrazione del genio, ma come parossismo del dramma umano: la legge morale è alla deriva, rivolta verso il fondo del quadro, verso l'orizzonte di una natura superbamente indifferente. In definitiva non c'è salvezza. E solo in questo sguardo autentico sulle cose l'arte può ritrovare il senso smarrito nei modelli soffocanti dell’atelier. ‘L’uomo è una debole canna - scrive Pascal - ma è una canna pensante’ ed è forse in questa consapevolezza della propria fallibilità, della propria natura di carne parallela alla capacità di discernere bene e male che il ruolo dell'arte e della poesia ridefiniscono sé stessi nella sensibilità romantica (e poi di tutto l’Ottocento). Forse gli ignudi di Michelangelo erano proprio questo, prima del modellato scultoreo, il peso del corpo, la salvezza impossibile dell'uomo, stravolto anche se al fianco di Cristo. Dunque questo è l’uomo nella natura, nient'altro che una parte di essa? Se è nella legge morale sopra di sé che egli definisce l’identità di ciò che è umano è ciò che è logico e giusto, questa identità si infrange contro il cielo stellato sopra di lui, quando si trova solo sotto a questo cielo, o di fronte alla pietra cieca e sorda. Ci sono solo due scelte: definirsi come essere umano, ancorarsi all’identità umano-morale, oppure infrangere quella legge e definire l'umano al pari del Tutto (e dello stesso cielo stellato), come qualcosa di puramente positivo, che ha senso solo nel suo esistere."

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Cogliamo questa occasione per complimentarci con i nostri studenti che hanno superato egregiamente questa prova, dimostrando quanto il metodo didattico del nostro Liceo sia valido e in grado di fornire tutti gli strumenti per una preparazione adeguata sono solo per affrontare l’Esame di Stato, ma anche per accedere ai migliori percorsi Universitari, sia italiani che stranieri.

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